top of page

Gli inizi della mia passione

Da ragazzino attorno ai 10 o 12 anni ero molto affascinato da tutto ciò che è scienza. Mi piaceva andare in biblioteca a Cavalese ore e ore a studiare libri scientifici. Studiavo la chimica che mi piaceva molto e iniziando con una semplice enorme scatola del piccolo chimico ho poi ampliato andando nelle farmacie a comperare varie sostanze chimiche anche pericolose come l'acido solforico puro o l'acido nitrico oppure in qualche laboratorio a comperare ciò che mi serviva come provette in vetro, matracci di Herlenmayer e tubicini di vetro che piegavo col calore di un fornelletto ad alcol. Non che mancassero gli imprevisti: vestiti che si sfaldavano solo a toccarli perchè i vapori degli acidi li disfavavano letteralmente, eritemi sulle mani dovuti alle sostanze che maneggiavo, una volta ho rovesciato il fornelletto ad alcol e si incendiò la soletta di paglia sotto il pavimento di legno della soffitta. Un paio di volte ebbi delle esplosioni con risultati che è meglio tacere. Un giorno facevo esperimenti sul balcone di casa e da un contenitore di vetro si sprigionò una nuvola di acido solfidrico che è poi lo stesso che emanano le uova marce e mezzo paese (abitavo a Castello di Fiemme allora) era fuori sui balconi a chiedersi da dove provenisse quell'odore pungente che dilagava per le strade. Riuscì anche a produrre del latte artificiale che però i miei genitori si rifiutarono di assaggiare. I farmacisti di Cavalese ad un certo punto non si fidavano più di quel ragazzino che si recava da loro a comprare boccette di acido purissimo con la scusa che "mi manda la maestra della scuola" e allora prendevo la corriera e andavo a cercare le sostanze in altri paesi della valle. Poi un giorno leggendo un giornalino di programmi tv trovai la pubblicità di un telescopietto giocattolo e lo ordinai. Si trattava davvero di un giocattolo di plastica, con lenti di plastica e tutto traballante ma ci feci le mie prime osservazioni astronomiche. Il mio amico migliore di nome Luca fu coinvolto da questa mia passione e si comprò un rifrattore più serio, il classico giapponese 60/700mm che ancora oggi tengo in cantina dopo 40 anni esatti. Un giorno poi mio padre mi disse "Alberto, andiamo a Bolzano e ti compro un telescopio vero". Non stavo più fermo dalla felicità mentre con lui tornavamo dalla città con quel grande scatolone con dentro il mio primo vero strumento: il classicissimo Newton 114/900mm della marca Vixen di colore arancione. Con quel nuovo telescopio a specchi ora si apriva un mondo. La montatura era una Eq1 per cui molto traballante ma era comunque un equatoriale. Con questo strumento riusci finalmente a vedere bene i crateri lunari, le macchie solari, gli anelli di Saturno e le due bande più grosse di Giove. Non era adibito alla fotografia ma grazie a delle modifiche che feci personalmente molto spartane riuscì a fare anche qualche foto grazie anche all'acquisto di una reflex analogica della Yashica. Con Luca passavamo le serate nel prato sopra casa a cercare gli oggetti celesti tanto che una volta passarono i carabinieri e insospettiti nel vedere due ragazzi di notte in un prato con due specie di lancia missili puntati verso l'alto vennere con tanto di mitra in braccio verso di noi con le torce. Una volta date le dovute spiegazioni iniziarono a farci delle domande su cosa si vedesse attraverso i nostri obiettivi. Poi Luca abbandonò la passione e dopo tre anni pure io. Dovevo partire per la naja poi una volta tornato come tutti i ragazzi di 19 anni le sere preferivo passarle in qualche locale con le ragazze e poi vennero gli studi. Insomma sono passati 35 anni e il mio mitico 114/900 è rimasto sempre nelle cantine delle varie case che ho cambiato. Ma due anni fa mi venne la voglia le leggere alcuni forum di astrofili dopo tanto tempo e leggi qui e leggi li capì che era tutto cambiato grazie all'avvento dell'era digitale. Prima di tutto il mercato cinese proponeva ora telescopi ottimi a prezzi molto più accessibili di quando avevo 16 anni e poi le possibilità che dava il digitale erano enormi. A livelli che fino a solo 10 anni prima nessuno si immaginava. E scoppiò la voglia di nuovo mai sopita del tutto: un giorno della primavera 2020 presi la mia macchina e andai in direzione di Genova a comperare un telescopio che un esperto astrofilo vendeva. Ed era un Signor telescopio: un Newton Skywatcher 254/1200mm con la sua pesantissima montatura Eq6 Pro. Mentre ero in autostrada di ritorno da quel viaggio ero felice come quel giorno con mio padre a Bolzano. Avevo la macchina piena di casse di legno con dentro 52 kg di telescopio smontato in 4-5 parti. Quando lo vidi pensai "ostarìa quanto è grosso!" Ma è quello che volevo ed eccomi qua ora a studiare quasi ogni giorno, informarmi, provare, sbagliare e a prendere tante di quelle incazzature che non vi dico. Ma è bello.....quanto è bello!


Sotto: il 30.05.1984 mi feci portare da mia madre con la sua Ford Fiesta sulle pendici del Cermìs per fotografare l'eclissi parziale di Sole. Purtroppo vennero le nuvole e riuscii comunque a fare qualche scatto senza nessun filtro, tanto il sole era offuscato dalle nubi. Visibile in foto il mio mitico 114/900 che fieramente attendeva l'evento solare.


Sotto: Costellazione dell'Aquila con Reflex Yashica analogica e obiettivo 50mm F/1,9 posa di 15' inseguendo manualmente tramite il telescopio 114/900. In pratica mentre la reflex riprendeva io con l'occhio fisso all'oculare del telescopio e le mani sulle manopole cercavo di tenere centrata una stella di guida per evitare che le stelle venissero fotografate "strisciate" a causa del moto della Terra.



Sotto: il Sole con tre macchie solari il 09.05.1984 ore 15.00. Posa di 1/4" pellicola 100 Asa Focale di 1800mm F15,6 tramite proiezione con Barlow 2x in dotazione al 114/900. Otturatore con scatto flessibile. Diaframmato il telescopio a 50mm.


Sotto: Luna a F54 il giugno 1984: visibili i crateri Ticho e Clavius.




30.05.1984 ore 19,29 l'eclissi parziale di Sole è già cominciata.







Sotto: la Luna nel giugno 1984 a F16 e posa di 1/30"





Giugno 1984: costellazione della Lira con Reflex analogica Yashica e obiettivo di 50mm a F1,9. Inseguimento a 90X attraverso l'oculare del 114/900




31 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page