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albertosalogni66
15 set 2023
In Forum-deep sky
Nella primavera di quest'anno (2023) ho trovato in vendita sul sito Astrosell una camera mono cromatica raffreddata a buon prezzo, che un appassionato di Capodistria vendeva. Era da un bel po che volevo una Cmos in bianco e nero perchè solo con una mono cromatica hai buoni risultati in UV e IR su Venere e Mercurio. Questa poi era addirittura raffreddata per cui ho capito che la potevo usare anche per il Deep Sky. Prsi accordi con il tizio di Capodistria e via in macchina a prendermela. Ho conosciuto questo signore sloveno, un vero appassionato e anche molto molto bravo astro-fotografo. Aveva addirittura un proprio osservatorio a cupola sul tetto di casa, un sogno per me. In detta occasione mi chiese se volevo comprargli anche 3 filtri a banda stretta per fare quella che si chiama Hubble palette, tecnica adottata dalla Nasa per le fotografie del telescopio spaziale Hubble. Al momento gli dissi di no ma poi col passare dei mesi mi sono informato ed ho capito una cosa fondamentale: fotografare con la tecnica di Hubble permette di raccogliere i fotoni sul sensore di una banda molto stretta del totale dello spettro ottico e lascia fuori i fotoni provenienti dalle luci artificiali e anche della Luna. Ho capito che questo faceva per me! Vivo in un bel paese della Val di Fassa, in zona dolomitica a 1.420 mt di quota s.l.m. e viene da pensare "che bel cielo scuro avrai!". E cosi sarebbe...se non fosse che dove abito è pieno di luci artificiali che rovinano le pose e costringono ad un lungo lavoro in post produzione per cercare di limitare i danni di queste luci. La banda stretta perciò è un validissimo aiuto in tal senso. E' una tecnica molto complicata, dicono sia quella più difficile in astro fotografia, ma è l'unica ancora di salvezza da un inquinamento luminoso ormai selvaggio. Ho perciò ricontattato l'amico sloveno che a buon prezzo (se confrontato con quello dei negozi o siti dedicati) mi ha venduto i 3 filtri: • Ha: raccoglie i fotoni dell'idrogeno ionizzato. • OIII: ossia ossigeno terzo, che raccoglie i fotoni dell'ossigeno ionizzato due volte. • SII: zolfo ionizzato una volta. In questo mio primo uso di camera Qhy e filtri SHO (banda stretta) ho scelto la nebulosa Wizard (Mago) e la foto sopra mostra la prima delle 3 riprese che devo fare per poi comporre la Hubble Palette. Le singole pose sono in bianco e nero e solo una volta che avendole tutte e tre vengono sommate ne esce il colore. Per cui è una foto in B/N. Sono 4,40 ore di integrazione ottenute con più pose da 180" Gain a 143 e offset 1. Ovviamente col mio fido Newton 254/1200 dal cielo di casa a Vigo di Fassa, inondato di lampioni di ogni genere. La nebulosa Wizard è un ammasso aperto di stelle avvolto nella nube di gas e polveri interstellari da cui si è formato, nebulosa appunto nota anche come "Nebulosa Mago" (Wizard nebula per gli anglosassoni). E' visibile assieme a una miriade di stelle, giace lungo il piano della Via Lattea e si trova a 11.500 anni luce da noi, nella costellazione di Cefeo. Il giovane raggruppamento di stelle nato al suo interno ha una età di soli 4 milioni di anni, che sono pochi perchè i tempi dell'universo sono eterni e 4 milioni di anni sono pochissimi. Nella foto si possono notare interessanti formazioni e strutture polverose che si allungano per alcuni anni luce, plasmate dalla radiazione e dai venti stellari delle stelle neonate. Questo oggetto venne osservato la prima volta da Caroline Lucretia Herschel nel 1787.
Prima prova della mia nuova camera Qhy174M cooled e filtro in banda stretta Halfa. content media
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albertosalogni66
23 giu 2023
In Forum-deep sky
Sotto: esempi di postazione fissa che alcuni "colleghi" astro-fotografi fortunati si sono auto-costruiti. Si potrebbero costruire con materiali diversi, anche in base alle caratteristiche del territorio attorno: in legno, in pvc, in lamiera, con pannelli sandwich, con pannelli di legno Osb.........: Postazione fissa per il tuo strumento: il sogno di molti appassionati di astronomia e astrofotografia. E anche il mio! Quali sono i motivi? Beh ce ne sono ben tre di motivi: prepari tutto l'ambaradan in giardino e rendi operativo il telescopio: circa 1,5 ore di tempo. il problema delle luci pubbliche e private: nell'immaginario comune luce=sicurezza, buio=pericolo. Pericolo di nuova insorgenza: i lupi. Trasportare e preparare il tutto in giardino: Nel mio caso per ogni sessione osservativo/fotografica ho il telescopio e gli accessori in casa. Lo strumento senza accessori pesa 52 kg e devo ogni volta smontarlo in alcune parti per poter poi uscire di casa, scendere le scale, fare il giro della casa, scendere una rampetta erbosa (d'inverno anche ghiacciata) e posizionare il tutto in giardino in una posizione dove la stella polare sia visibile (necessario per fare l'allineamento al polo nord). Per cui faccio un primo viaggio con il blocco della montatura (Eq6 pro) in ghisa che pesa 18,5 kg. Poi un secondo viaggio per portare i 3 contrappesi da 5,2 kg l'uno. Terzo viaggio per il trepiede (8,5 kg) anelli di fissaggio del tubo sulla montatura e blocco trepiede (10 gk circa). Quarto viaggio con borsa contenente le macchine di ripresa, prese elettriche e cavetteria più altri accessori. Nell'altra mano altra borsa con oculari, accessori ottici vari. Quinto viaggio con Notebook e accessori vari come lavagna luminosa per fare dei particolari scatti a fine sessione ecc. Poi spesso un sesto viaggio per quello che hai dimenticato in casa. Finalmente posso buttare giù dal balcone il cavo della corrente elettrica (lungo 25 mt) ed il cavo Ethernet da 20 mt. Siamo pronti!!! Pronti con tutto in giardino ma ora per circa un ora bisogna: a) montare il telescopio. b) mettere in bolla il trepiede. c) bilanciare i pesi in modo che tubo e contrappesi permettano un movimento fluido. d) col correttore laser centrare le ottiche. e) mettere bene a fuoco le ottiche. f) fare l'allineamento al polo nord grossolano. g) fare l'allineamento al polo nord "fine". h) fare un paio di scatti di prova. i) avviare finalmente le pose. Ma a questo punto molte volte arrivano le nuvole e/o si è fatto tardi e il giorno dopo devi lavorare. Spesso a forza di monta e smonta, quello che andava bene da un bel po, oggi non ne vuole sapere di funzionare. Con una postazione fissa tutto questo non succederebbe. Basterebbe dare la corrente elettrica e saresti pronto. 2. Il problema delle luci parassite. Ormai è un problema enorme quello dell'inquinamento luminoso. Non sappiamo più che cos'è un cielo davvero scuro. Si mettono ovunque lampioni e luci esterne che il più delle volte (fateci caso!) illuminano più verso il cielo che verso terra. Si vorrebbe trasformare la notte in un giorno artificiale perchè questo da più sicurezza alla gente. E noi poveri astro-fotografi ci ritroviamo il lavoro di ore e ore nella notte, con tutti i sacrifici che questo comporta rovinati da....le luci pubbliche e private. Senza contare il lavoro di post produzione "a tavolino" per cercare di eliminare i cosiddetti "gradienti indesiderati" dalle nostre astro-fotografie tramite software complicatissimi e costosi senza peraltro ottenere il risultato che vorresti. Il problema è che spessissimo le luci di privati sono luci che non stanno a regolamenti e delibere comunali, provinciali o statali stipulate e mai messe in atto. La legge è chiara su alcuni punti: le lampade esterne devono rispettare precisi parametri di costruzione. Devono illuminare in giù e non in sù. Non possono illuminare il terreno del vicino ne la facciata della casa del vicino! Le leggi ci sono e nessuno le rispetta. E noi astro-fotografi non ce ne lamentiamo perchè vogliamo mantenere i rapporti di buon vicinato con tutti. C'è ora un associazione di esperti in Italia che combatte contro l'illuminazione esterna selvaggia sempre più dilagante, questa: https://cielobuio.org/ L'associazione mette a disposizione dei moduli da compilare e mandare a loro, tramite i quali si appellano a chi di dovere per verificare che le luci esterne private siano a norma. E sapete cosa? Se volessimo essere degli str....i 8 su 10 luci verrebbero fatte togliere o almeno modificare. Ma non lo facciamo perchè la vita è breve e bisogna andare d'accordo con tutti. Io stesso dal mio sito in giardino ho un fanale potentissimo di un albergo puntato verso di me. Alcune lampade esterne di case che qualcuno lascia accese H.24 anche di giorno per tutto l'anno. Il campo da calcio vicino che fino a data ora ha 4 lampioni enormi che fanno giorno tutt'attorno. Una pista da sci a 2 km in linea d'aria che due giorni alla settimana in inverno rischiara la notte. Insomma luci dappertutto. Ora: capisco che per l'hobby di un singolo non si possa oscurare il pianeta ma questo è un altro punto per avere una postazione fissa in un luogo distante dal centro abitato. 3) I lupi. Sono un problema? Probabilmente no....il lupo fa il lupo come l'orso fa l'orso e normalmente se ne stanno alla larga dagli esseri umani. Però ormai arrivano in paese e quando sei li, solo, nella notte, ogni rumore ti fa pensare di tutto. Avere una piccola barriera fra te che stai fotografando le stelle per ore e i prati e boschi attorno sarebbe più tranquillizzante. Ecco un aneddoto di due anni fa: ero in un prato diverso dal mio giardino, a circa 30 metri di distanza ed era inverno. Mi ero portato li perchè almeno non avevo un certo fanalone privato puntato addosso. Detto fanalone distante una trentina di metri da me, illumina il mio sito come e di più della Luna piena. A guardarlo è impossibile tanto abbaglia. Da due giorni stazionavano un centinaio di pecore al di la di una piccola palizzata di legno. Stavo fermo immobile seduto sulla seggiola col mio Notebook poggiato su un tavolino nell'oscurità. Ad un tratto sento il gregge di pecore belare animatamente e sempre più in modo allarmato tutte insieme. Facevano un frastuono della malore. Al che accendo la lampada frontale che tengo sempre in testa e a 20 metri da me vedevo decine di occhi bluastri terrorizzati. E un po più a destra un paio di occhi diversi: non erano bluastri bensì rossi. Era un lupo. Il lupo venendo abbagliato dalla mia lampada si è messo a ringhiare e abbaiare, più che altro a ringhiare minaccioso. Probabilmente non si aspettava la mia presenza e forse era anche lui spaventato quanto me. Per fortuna avevo la macchina a 5 metri e mi sono aperto la portiera a metà, pronto a fiondarmi dentro se avessi visto improvvisamente quei due occhi rossi scattare in mia direzione. Non vedevo il corpo dell'animale nel buio ma solo quei due occhi rossi a raso del terreno che andavano prima a destra poi a sinistra continuamente e intanto sentivo ringhiare minacciosamente. Dopo circa un due o tre minuti il lupo ha deciso di andarsene ed io mi sono rilassato. Avessi una cacchio di scatola di legno o di lamiera o di pvc attorno a me mi sentirei più tranquillo. E ALLORA CHE FARE? In primis dovrei cercarmi qualcuno che mi presta, anche con affitto annuo un quadrato di 2 metri per 2 di un prato o simile. Un amico che me lo presterebbe lo avrei anche trovato ma il problema sarebbe la concessione del Comune. Si può mettere in un prato o un cortile o un terreno, quella che alla fine sarebbe una scatola di 1,80x1,80 metri di lato per 1,70 metri di altezza, col il tetto che si può poi aprire? Magari anche camuffandola con erbe rampicanti, cespugli o altro per non risultare impattante sul territorio adiacente. Da qualche iniziale informazione che ho preso non è cosi facile. Poi magari qualcuno può costruire in Valle ciò che vuole e non gli romperanno mai i marroni, ma scommetto che noi "poveri mona" non possiamo mettere in terra una scatola di legno o altro. Ad onor del vero non mi sono mai informato in sede apposita (Comuni) ma da come qualcuno mi ha detto non è per niente facile essere in regola seppur per una costruzione minima come quella che servirebbe che peraltro non necessita di fondamenta e volendo la si può togliere da un giorno all'altro. Un giorno mi deciderò a chiedere a qualche Comune e sperare in qualcuno che sia comprensivo. Intanto continuo col mio monta e smonta e tengo duro. Se qualcuno ha una qualche idea per aiutarmi a capire come posso muovermi ben venga.
Perchè vorrei farmi la postazione fissa per il telescopio content media
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albertosalogni66
01 mar 2023
In Forum-deep sky
Ormai la cometa di Neanderthal si sta allontanando da noi e per altri 50.000 anni non ci farà più visita. Da un mese e mezzo la notte era sempre nuvoloso (quando l'ho ripresa) oppure se era sereno ero al lavoro. Successivamente ho fatto una seconda seduta fotografica sulla cometa più che altro per collaudare una nuova camera astronomica che ho acquistata usata da un appassionato astrofilo sloveno: una QHY 174M cooled. Ma devo ancora elaborarla. Ma la notte del 3/4 gennaio il meteo dava rasserenamenti dopo le 23 e mi son detto ci provo. Non avevo mai fotografato una cometa ad oggi e la C/2022 E3 ZTF "cometa di Neanderthal" dal mio sito a Vigo di Fassa era visibile solo dopo le 4,30 del mattino fino all'alba. Per cui avevo poco tempo per riprenderla. Inoltre c'era la Luna quasi piena che rischiarava il cielo tanto da rendere inutile la mia solita lampada frontale che uso per spostarmi. Impostate le coordinate nel PC portatile ho aspettato che la cometa spuntasse da dietro un tetto di una casa e poi, eccola! Ben visibile già nel mirino del telescopio (detto cercatore). All'oculare del telescopio l'ho osservata un po ed era già molto bella. Poi ho avviato la ripresa nonostante il chiarore dell'alba ad est e la luce della Luna ad ovest. Dopo 58 pose di 30" l'una (+ 7 pose dark e 30 flat) ormai albeggiava, gli occhi si chiudevano e i - 4° di temperatura con 75% di umidità avevano ricoperto tutta l'attrezzatura di un sottile strato di ghiaccio. Era ora di andare a dormire: erano le 6 del mattino! Meno male che non lavoravo il mattino dopo. Ho poi usato per l'elaborazione un software nuovo che ho, molto potente ma altrettanto complicato da usare: Pixinsight. Si dice ci vogliano due anni per imparare ad usarlo bene. Ma tant'è...non sarà ancora la foto più bella della cometa ma sono soddisfatto: l'ho ripresa e osservata quando ancora è piuttosto lontana e si avvicinava alla velocità di 50,6 km al secondo. Dopo una prima elaborazione disastrosa sono riuscito ad usare bene Pixinsight e a ottenere una foto dove sia le stelle che la cometa sono allineate. Era incredibile come spostasse fra le stelle già dopo una decina di minuti soltanto. Un grazie a Edoardo Radice che ha messo su youtube un suo tutorial su come elaborare una ripresa cometaria e un grazie all'amico Franco Floris di Genova per l'aiuto nell'elaborazione finale, riuscendo a a far riconoscere a Pixinsight le riprese inizialmente elaborate dal software Astroart, cosa che non mi riusciva di fare. Era la mia prima cometa e quando ci sarà la prossima sarò sicuramente più preparato.
Cometa C2022 E3 ZTF (Cometa di Neanderthal): la mia prima esperienza cometaria. content media
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albertosalogni66
27 set 2022
In Dal mondo della scienza....
La sonda Dart della Nasa ha colpito Dimorphos, il piccolo asteroide dal diametro di 160 metri, per deviarne la traiettoria, nel primo esperimento di difesa planetaria, ossia progettato per difendere il futuro la Terra da asteroidi minacciosi. Testimone dell'impatto è il minisatellite italiano LiciaCube, finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall'azienda Argotec, che in mattinata ha ricevuto le prime immagini del punto in cui l'asteroide Dimorphos è stato colpito dalla sonda. Mentre la sonda Dart si avvicinava al bersaglio, la sua telecamera inviava a Terra immagini sempre più dettagliate della superficie irregolare e piena di asperità del piccolo corpo celeste, distante dalla Terra 13 milioni di chilometri. A ogni immagine ravvicinata l'emozione aumentava nel Centro di controllo della Nasa, fino a un grandissimo applauso che ha salutato l'impatto. In quell'istante il piccolo satellite LiciaCube, gestito e coordinato dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato dall'azienda Argotec, si trovava a meno di mille chilometri dall'asteroide subito dopo la collisione è entrato in scena come un fotoreporter cosmico per riprendere il punto in cui è avvenuto l'impatto. È stato «un impatto spettacolare!», ha detto all'ANSA Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l'Asi, che ha seguito la missione dal Centro di controllo di Torino . Qui sopra: ecco quanto è grande l'asteroide confrontato con il Colosseo di Roma.
Impatto con l'asteroide Dimorphos avvenuto con successo! content media
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albertosalogni66
01 set 2022
In Forum-deep sky
Per molti sarà solo un pallino blu in uno sfondo nero. Ma per me è invece il disco del lontanissimo pianeta Nettuno. In questo mese di agosto ho avuto poche sere dove poter fare osservazioni e astro fotografia. Una sera però riprendendo Saturno ho voluto provare a cercare un pianeta che non avevo ancora mai osservato: il lontanissimo (il più lontano) mondo ghiacciato di Nettuno. Avendo fatto un preciso allineamento al nord della montatura ho prima sincronizzato Saturno col sistema Goto di cui sono dotati al giorno d'oggi anche i telescopi amatoriali e poi tramite il pc ho dato il comando "punta Nettuno". La fedele montatura Eq6 Pro ha iniziato a muoversi e poi si è fermata in un dato punto. Ha poi fatto sempre in modo autonomo un paio di correzioni e quindi si è fermata. Ho allora osservato nell'oculare del telescopio a bassi ingrandimenti quello che vedevo. Tante piccole stelline ma in mezzo a quelle c'era un puntino che aveva un bellissimo colore azzurro blu. Per avere conferma allora ho cambiato oculare e aumentato gli ingrandimenti a 225X. Ed eccoli li: un piccolo dischetto bluastro in mezzo alle stelle. E' molto affascinante osservare quel dischetto blu in mezzo alle stelle e pensare che sia il pianeta più lontano del sistema solare: un mondo molto freddo con una parte esterna di gas e liquidi di idrogeno ed elio. E una parte interna di ghiacci fatti di acqua, ammoniaca e metano. Per capire quanto dista dalla Terra: la ISS (stazione spaziale internazionale) dista dalla superficie terrestre solo 400 km. La Luna invece dista circa 384.000 km. Marte è a 254 milioni di km. Nettuno pensate dista ben 4,5 miliardi di km dalla Terra. Al di la di Nettuno ci sono solo i pianeti minori (Plutone e altri "sassi" vaganti e poi si è ormai fuori dal sistema solare. Ho provato poi a riprenderlo ma avendo ormai poco tempo prima dell'alba ho potuto riprendere solo 250 frame e poi ne ho sommato solo non più di 120 e il risultato non è chissà che cosa ma per la prima su Nettuno va bene cosi: già sono soddisfatti di averlo osservato visivamente e averlo immortalato in una foto. Nettuno: alla prossima!
Il mio primo Nettuno. content media
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albertosalogni66
26 lug 2022
In Forum-deep sky
A molti sembrerà una brutta immagine sfocata di un pianeta, per giunta in bianco e nero. Ma questa immagine mi è costata molte sedute (10?...12?....booo) di circa 3 o 4 ore l'una e tante tante arrabbiature quando sul disco venusiano non si vedeva niente di niente a parte un grigio uniforme senza un solo particolare. Invece per me ha un grande significato: ciò che fino a pochi anni fa era precluso anche ai più grandi telescopi del mondo, oggi con le tecnologie moderne di cui noi non professionisti disponiamo è possibile seppur non facile riprendere l'atmosfera del pianeta a noi più vicino: Venere. La svolta l'ha data una camera astronomica monocolore (in bianco e nero per capirci) che mi ha prestato l'amico Martin di Vigo di Fassa. E' una camera Cmos raffreddata: la Qhy294M Pro. E l'uso di un filtro viola (W47) associato ad un filtro BG39 che blocca solo gli infrarossi ma non gli ultravioletti. Le pose sono state ottenute con oltre 4 metri di focale e video formato Ser di 20' per un totale di 30.000 frame dei quali ne ho tenuti buoni solo i migliori 3000. La camera viaggiava a 28 frame al secondo con un gain a circa un terzo della scala. La ripresa in ultravioletto è stata fatta verso le ore 9 del mattino col Sole già alto e in luce ultravioletta. Il sito era il Passo Costalunga sopra Vigo di Fassa a 1.740 metri s.l.m. Il caldo torrido di queste giornate ha favorito un buon seeing: clima equatoriale = seeing equatoriale. Molto molto soddisfatto di questo mio primo risultato degno di nota su Venere. Ricordo che le nubi sono composte principalmente da anidride carbonica e sono molto più dense che sulla Terra tanto da coprire sempre in modo perenne tutta la superficie venusiana che non si vede mai. La densità (92 atmosfere) e la composizione dell'atmosfera creano un impressionante effetto serra che rendono Venere il pianeta più caldo in assoluto (più di Mercurio che è più vicino al Sole) con temperature della superficie di oltre i 400°. Un vero inferno. Altra immagine ripresa sempre il giorno 18 luglio 2022 verso le ore 9.00 del mattino dal Passo Costalunga (TN) a 1.740 metri s.l.m. Ancora <>Venere e le sue tenui nubi in ultravioletto.
Finalmente sono riuscito a riprendere le tenui nubi di Venere. content media
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albertosalogni66
27 nov 2021
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albertosalogni66
05 nov 2021
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05 nov 2021
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albertosalogni66
05 nov 2021
In Forum-deep sky
Osservazioni visuali content media
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albertosalogni66
05 nov 2021
In Forum-deep sky
Autocostruzione content media
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