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Costruzione di una power-tank

Prima o poi viene la necessità di spostarsi con la propria attrezzatura per vari motivi: un cielo più scuro, un orizzonte più libero o altro. Nel mio caso specifico ogni tanto mi sposto in zone vicine a casa ma a più alta quota e questo mi richiede non più di 15 minuti di macchina per arrivare ad una quota compresa tra i 1.700 mt s.l.m. ed i 2000 metri. Ma a volte mi sposto solo di qualche decina di metri da casa e già questo comporta aver bisogno di corrente elettrica. La montatura funziona a 12V, il pc portatile a 19V, la camera planetaria 5V mentre la reflex ha una sua serie di batterie. Ho letto in giro molti post su come fanno altri appassionati ed ho capito che in molti si costruiscono una power tank usando una batteria del tipo "a ricarica lenta". Questo tipo di batteria sarebbe la migliore in quanto a durata e stabilità della corrente erogata in quanto fornisce i 12 volt stabili anche quando è solo al 20% di carica, ma ha il difetto del costo che arriva anche a quattro volte quello di una batteria normale. La mia scelta perciò è ricaduta su una normale batteria da auto che sia comunque di una marca buona.



Mi sono recato poi da Bricko ed ho acquistato per una ventina di euro una scatola di legno con sportellino apribile.



Dobbiamo infatti metterci dentro la batteria e relativi cavi di collegamento.




Questi vanno poi ad attaccarsi ad alcune prese "a banana" di quelle tipo accendi sigari per intenderci. Per alimentare la montatura che funziona a 12V basta inserire lo spinotto nel suo "accendi sigari" e siamo a posto.




Per il PC che necessita di più volt abbiamo due strade: o mettere un inverter oppure un adattatore che trasformi i 12V in corrente continua in 19V a corrente continua.



E' bene consultare sul libretto di istruzioni del PC a quanti volt funziona perchè basta un solo volt in più e rischiamo di bruciare il computer. Se invece gli dessimo un volt in meno funzionerebbe male oppure neanche si accenderebbe. Una seconda precauzione è questa: siccome molti di questi adattatori hanno la possibilità di scegliere il voltaggio di uscita spostando una levetta, bisogna verificare con un voltmetro quanto volt effettivamente ci siano in uscita. E lo dico per esperienza: avevo un PC che funzionava a 19V e il mio adattatore comperato per poche decine di euro su Amazzon dava la possibilità di impostare o i 18V oppure i 20V. Dopo due sere passate usandolo a 18V decisi di spostare su 20V per dargli un qualcosina in più piuttosto che in meno. Appena spostai la levetta sui 20 volt udii un sinistro e alquanto preoccupante rumore da dentro il PC e da quel momento non si è più acceso. Avevo già posizionato tutto l'armamentario pronto ed ero lì nell'oscurità impietrito dopo quel "pzzzt" udito nel silenzio notturno. Capii subito di aver fatto un disastro. Il giorno dopo andai da un mio amico che ha un voltmetro e capimmo che l'adattatore erogava un pò di più di quel che diceva: impostato su 18V ne erogava in verità 18,8V ed ecco perchè il PC funzionava lo stesso. Quando l'ho messo a 20V teorici, nella pratica ha erogato 20,6V. E questo ha bruciato il mio povero PC. Una volta capita la lezione ho provveduto a versare una goccia di silicone sulla levetta dell'adattatore in modo da fissarlo sui 18V. Sia mai che durante gli spostamenti non la metta di nuovo sui 20 e brucio un altro PC.

La batteria della macchina ad oggi l'ho usata fino a 5/5,30 ore di continuo e non mi ha mai lasciato senza carica. Ovvio che dopo ogni sessione devo ricaricarla e per lo scopo ho comperato un piccolo carica batterie dai soliti negozi cinesi per pochi euro. Questo impiega qualche ora a ricaricare la batteria ma almeno fa una carica lenta e continua. Per ricaricare la batteria non ho fatto altro che mettere un filo rosso sul polo positivo della batteria e saldarlo su un bullone grosso che sporge all'esterno della scatola di legno bricko. Sul polo negativo ovviamente ci ho messo un filo nero che termina su un secondo bullone grosso che sporge dalla scatola. Ovviamente a lato dei due bulloni ci ho scritto grandi come una casa i simboli "+" e "-".



Guai ad invertire la polarità. Il caricabatterie ha due morsetti (rosso e nero) che poi basta applicare sui due bulloni e parte la ricarica. Al momento sono molto soddisfatto della mia power tank anche se una modifica che farò a breve è metterci dentro anche un inverter per poterci collegare anche un qualcosa che funzioni a 220 volt in corrente alternata. L'inverter infatti trasforma i 12V in continua a 220V in alternata. Sto costruendo un sistema per tentare di raffreddare il sensore della reflex digitale e questo mi necessita di 220V in alternata ma lascio al successivo capitolo questo update. La power tank aggiunge ovviamente un altro peso a quello che mi porto in giro se mi allontano da casa ma se voglio fare foto sotto il cielo scurissimo dei 2.000 mt è l'unica cosa da fare.


Insomma fra i vari accessori dell'astrofotografo non può mancare una power tank specialmente se ogni tanto si deve spostare per trovare migliori condizioni di lavoro.


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